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VACCINI IN AZIENDA: FIRMATO IL PROTOCOLLO

Innanzitutto il “Protocollo nazionale per la realizzazione dei piani aziendali finalizzati all’attivazione di punti straordinari di vaccinazione anti SARS-CoV-2/Covid-19 nei luoghi di lavoro” è stato sottoscritto con riferimento alPiano strategico nazionale dei vaccini per la prevenzione delle infezioni da SARS-CoV-2”, alle “Raccomandazioni ad interim sui gruppi target della vaccinazione anti-SARS-CoV-2/COVID-19”, di cui al decreto del Ministero della salute del 12 marzo 2021, e al documento recante “Indicazioni ad interim per la vaccinazione anti-SARS-CoV-2/Covid-19 nei luoghi di lavoro”.

 

Le indicazioni per effettuare le vaccinazioni nei luoghi di lavoro

Con il protocollo sono dunque presentate delle linee guida per effettuare la campagna vaccinale anche in azienda partendo da alcuni principi base e fornendo le indicazioni necessarie.

Il principio più importante quello relativo all’adesione volontariasia dell’impresa che può scegliere se adottare o meno piani aziendali finalizzati alla vaccinazione, sia dei lavoratori (e i datori di lavoro stessi) che possono scegliere se aderire o meno alla vaccinazione.

Il punto 2 del protocollo indica infratti chei datori di lavoro, singolarmente o in forma aggregata e indipendentemente dal numero di lavoratrici e lavoratori occupati, con il supporto o il coordinamento delle Associazioni di categoria di riferimento, possono manifestare la disponibilità ad attuare piani aziendali per la predisposizione di punti straordinari di vaccinazione anti SARS-CoV-2 (Covid-19) nei luoghi di lavoro destinati alla somministrazione in favore delle lavoratrici e dei lavoratori che ne abbiano fatto volontariamente richiesta”.

Cosa deve fare il medico competente?

Il protocollo prevede che il medico competente, per le aziende che ne sono provviste, forniscaai lavoratori adeguate informazioni sui vantaggi e sui rischi connessi alla vaccinazione e sulla specifica tipologia di vaccino, assicurando altresì l’acquisizione del consenso informato del soggetto interessato, il previsto triage preventivo relativo allo stato di salute e la tutela della riservatezza dei dati”.

Inoltre la somministrazione del vaccino “è riservata ad operatori sanitari in grado di garantire il pieno rispetto delle prescrizioni sanitarie adottate per tale finalità e in possesso di adeguata formazione per la vaccinazione anti SARS-CoV-2/Covid-19 e viene eseguita in locali idonei”.
E per l’attività di somministrazione del vaccino “il medico competente potrà avvalersi di personale sanitario in possesso di adeguata formazione”.

Riportiamo, infine, altre indicazioni tratte dal protocollo nazionale:

  • se la vaccinazione “viene eseguita in orario di lavoro, il tempo necessario alla medesima è equiparato a tutti gli effetti all’orario di lavoro”;
  • costi per la realizzazione e la gestione dei piani aziendali, inclusi quelli per la somministrazione, “sono interamente a carico del datore di lavoro, mentre la fornitura dei vaccini, dei dispositivi per la somministrazione (siringhe/aghi) e la messa a disposizione degli strumenti formativi previsti e degli strumenti per la registrazione delle vaccinazioni eseguite è a carico dei Servizi Sanitari Regionali territorialmente competenti”;
  • in alternativa alla modalità della vaccinazione diretta, i datori di lavoro possono collaborare all’iniziativa di vaccinazione “attraverso il ricorso a strutture sanitarie private” e possono stipulare “anche per il tramite delle Associazioni di categoria di riferimento o nell’ambito della bilateralità, una specifica convenzione con strutture in possesso dei requisiti per la vaccinazione”;
  • i datori di lavoro che non sono tenuti alla nomina del medico competente “ovvero non possano fare ricorso a strutture sanitarie private, possono avvalersi delle strutture sanitarie dell’INAIL”.

 

Nella stessa occasione è stato firmato un aggiornamento del Protocollo sicurezza anti-COVID.

Per maggiori informazioni, clicca qui:

https://www.orgnumeri.com/2021/04/13/aggiornato-il-protocollo-condiviso-per-le-misure-anti-covid-19-negli-ambienti-di-lavoro/

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