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D.LGS 231/2001 e MODELLO ORGANIZZATIVO E DI GESTIONE

 

D.LGS 231: LA NORMATIVA

Il decreto legislativo n. 231 del 2001 sancisce il definitivo abbandono dell’assunto societas delinquere non potest e introduce nell’ordinamento giuridico italiano la responsabilità amministrativa da reato delle imprese.

La normativa, avente ad oggetto la «Disciplina della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni”, parte infatti dal presupposto che gli amministratori o i dipendenti possano commettere reati nell’interesse o nel vantaggio degli enti e, conseguentemente, è necessario che anche l’ente ne risponda. 

 

Affinché si possa riconoscere questa responsabilità in capo alla persona giuridica devono coesistere quattro condizioni:

1.  Commissione di uno dei reati previsti o richiamati dal decreto 231/01
La persona giuridica non può essere ritenuta responsabile se non per un fatto costituente reato e per tale reato deve essere prevista espressamente la responsabilità dell’ente ai sensi del decreto 231/01. Questo comporta che, nella c.d. “parte speciale” del decreto 231/2001 siano elencate un insieme di fattispecie di reato sempre in continuo ampliamento e aggiornamento.
Tra questi, all’articolo 25 septies troviamo «Omicidio colposo o lesioni gravi o gravissime commesse con violazione delle norme sulla tutela della salute e sicurezza sul lavoro»

2. Commissione del reato nell’interesse o a vantaggio dell’ente

Viene richiesto un interesse o vantaggio, quantomeno prevalente, della persona giuridica.
Interesse: si riferisce al fine del soggetto che pone in essere la condotta, ossia il perseguimento di un beneficio per l’ente. Valutazione soggettiva e a priori rispetto al momento della commissione del fatto.
Vantaggio: si riferisce al risultato materiale raggiunto. Valutazione oggettiva e a posteriori.

3. Commissione del reato da parte di un soggetto legato all’ente da un rapporto organico (apicali o subordinati)
Apicali: persone che rivestono funzioni di amministrazione, rappresentanza o di direzione dell’ente o di una sua unità organizzativa dotata di autonomia finanziaria e funzionale nonché persone che esercitano, anche di fatto, il controllo dello stesso.
Subordinati: persone sottoposte alla direzione e alla vigilanza di uno dei soggetti apicali.

4. L’ente è rimproverabile, ossia sussiste la cd. colpa d’organizzazione
L’ente viene chiamato a rispondere per un deficit di compliance, cioè per non aver adottato cautele, organizzative e gestionali, utili a prevenire la commissione del reato.

 

MODELLO ORGANIZZATIVO E DI GESTIONE

 

Il d.lgs 231/2001 individua, nel Modello Organizzativo e di Gestione (MOG), lo strumento privilegiato per prevenire la responsabilità penale degli enti. 

Trattasi dell’implementazione in azienda di un metodo efficace di organizzazione e gestione del lavoro per prevenire reati con l’introduzione di protocolli che garantiscono il rispetto della legge e la scoperta, con tempestiva eliminazione, delle situazioni a rischio.

 

Una volta che il MOG viene implementato ed adottato dall’azienda, la sua attuazione va affidata all’Organismo di Vigilanza (ODV).
L’ODV è  un organismo autonomo, indipendente e dotato di poteri di iniziativa e di controllo che ha:
– il compito di vigilare sul funzionamento e l’osservanza del modello;
– il dovere di essere informato su diverse tematiche.

Fra i numerosi vantaggi che comporta adottare il modello, va sottolineato quello legato alla sostenibilità: il modello definisce principi etici e comportamentali da adottare che rispecchiano appieno i criteri ESG  (Environmental, Social, Governance: tre dimensioni che misurano quanto l’impresa sia sostenibile e responsabile).

Org Numeri in partnership con Xifram è lieta di presentare il marchio 231Studio con il quale offre consulenza ad aziende, società ed enti in materia di responsabilità amministrativa da reato degli enti.

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